paura

A volte ritornano

Una volta il cinema lo divoravo, ora mi capita.
Uscito da Matrix tanto streaming fino a Netflix e, oggi, tra una ninna nanna, un cambio pannolino e un viaggio di lavoro mi capita questo film.
Ormai sono un profano e porto giù il cane…
Più cinofilo che cinefilo direi 😉
Da un mese però mi ispira questa “recenscondivisione” e quindi, eccola qui!

Per un caso assurdo della fisica o di universi paralleli, senza troppe spiegazioni, A.H., (proprio lui) si trova catapultato nella Berlino del 2014.

Ora, l’idea è originale sicuro, forse così tanto da essere scontata:
io l’ho visto in tedesco con i sottotitoli e dico che l’attore è straordinario (con l’unico difetto di essere fisicamente troppo alto per ricordare il personaggio che abbiamo nell’immaginario, per il resto ineccepibile);
lo sviluppo è interessante davvero perché qui, il nazionalsocialismo arcaico tiene incollati al vecchio schermo più delle notifiche e le icone del popolarsocialselfismo moderno al nuovo.

Intrigante e pensato.
Intelligente, brillante e poco scontato.

Non sai fino a che punto credere in quello che vedi o se sia scorretto apprezzare principi paradossali oggettivi dell’assurdo di oggi comparato alla storia grande e vera di ieri, immedesimandoti con il personaggio;
insomma, un filo spinato, un campo minato da fantasmi dissolti ma angoscianti, raccontati davanti ad un chiosco di wurstel e una birra al sapore di senape col fragore di un’apocalisse del passato.

Non capisci quali scene siano film e quali documentario ripreso passeggiando per la Germania girando con uno vestito da fürer.

Lui osanna la donna, madre di famiglia col carrozzino, come baluardo della società statale come nessun partito politico ormai si sogna lontanamente di fare (se non nominando vanamente la abusata parola famiglia nei talk all’occorrenza e senza alcun interesse effettivo) solo che lo fa per la continuazione della razza e lì ti ritrai dal consenso…

E’ tutto un equilibrio accennato.

La politica è interessantissima vista dai suoi occhi impenitenti: la Merkel è un salice piangente, a destra e sinistra ci sono dei fantocci (e non è forse vero?) giudicati da uno statista vero (non sto apprezzando A.H.!), di quando,  ce ne stavano ed erano veri statisti!
Lui, lui in persona, non trova nei neonazisti un degno sostenitore che possa essere all’altezza di una carica.
I verdi sono l’unico movimento che apprezzi, solo che sono contro il nucleare, che nella sua testa è una risorsa con grandi potenziali per gli armamenti, sigh!

La cosa che mi colpisce di più è che nota ad un certo punto del suo percorso quella “apatia politica” nelle sue parole, fenomeno alieno ai suoi occhi, agli occhi del passato di tutta l’umanità e vero cancro della squalificazione della nostra epoca.

Qui sta il “nucleo in fissione” della storia, ma tanti sviluppi e considerazioni ancora.

Ad esempio…la barretta ai cereali ha tutti i cereali che noi crediamo salubri ma sa di zucchero dieci volte il tozzo di pane di mezzo secolo fa, perché?
Ci sono tanti motivi…

Una sera si accorge che esiste la televisione, uno schermo piatto in albergo desta la sua curiosità e meraviglia. Casualmente accesa, trasmette uno degli ormai, ahimè, mille programmi di padelle e ricette:

“Avete uno strumento di formazione della coscienza di questa portata potenziale…
e lo usate per vedere gente che prepara cibo???”
Come dargli torto? Si ride, inevitabilmente, nel bene e nel male.

Poi incappa in Google e digita:
conquista del mondo o una cosa del genere…
il massimo.

Insomma, una chicca per il mio modesto e ignorante parere, da vedere per prendersi uno schiaffo, pensare dove stiamo arrivando e farsi una risata appresso ad una riflessione o viceversa.

Magari ho preso una cantonata ma corro il rischio di consigliarvelo e chiedervi il parere.

Buona visione

Max

ps: l’immagine è la copertina del libro di Timur Vermes da cui il film, girato da David Wnendt, è stato tratto

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Amore/Incomunicabilità

Ce lo fa capire bene Alexandr Milov, scultore di Odessa con la sua opera “Amore”
«(…) Essa dimostra un conflitto tra un uomo e una donna nonché l’espressione esterna e interna della natura umana. Le figure dei protagonisti sono realizzate sotto forma di grandi gabbie di metallo, dove le loro interiorità sono tenute prigioniere. Le interiorità sono espresse sotto forma di bambini trasparenti, che tendono le mani attraverso la grata. Quando si fa buio (scende la notte) i bambini cominciano a brillare. Questo splendore è un simbolo della purezza e della sincerità che unisce le persone e dà la possibilità di riconciliarsi quando arrivano i momenti bui»

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